Magnifici castelli di sabbia
Questo bellissima realizzazione presentata sulle spiagge di Loano (la foto è sul sito Visitloano.it) mostra tutta l’arte di chi l’ha realizzata. Rappresenta certamente un bell’esempio di voglia e saper fare, nonché è prova di fantasia e grande manualità.
I castelli di sabbia hanno un fascino particolare, riportano ognuno indietro nel tempo, al momento dell’infanzia e delle prime soddisfazioni per aver costruito qualcosa con le proprie mani.
Ma se per passare il tempo o a un concorso come quello di Loano i castelli di sabbia hanno il loro perché, quando si vuole fare turismo non si può costruire con la sabbia.
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Purtroppo bisogna dirsi le cose in faccia se si vuole andare avanti.
Diffido di chi si tiene le cose dentro: meglio la chiarezza e il confronto intelligente, a rischio di trovare una porta chiusa in faccia.
Lo so che questo è uno dei (tanti) miei difetti, l’ho confessato nel presentarmi.
E so anche che qualunque cosa facciamo, sempre che non ci siano altri fini, la facciamo nella sincera convinzione di fare la cosa giusta; ma ci sono momenti in cui bisogna fermarsi e porsi delle domande per capire se la direzione intrapresa è davvero quella corretta.
Non è una questione di conoscenza o di ignoranza, è esclusivamente questione di anteporre il buon senso alle nostre convinzioni.
Se la ruota è tonda, possiamo essere convinti quanto vogliamo che possa essere anche quadrata… ma resta tonda e dobbiamo arrenderci se vogliamo farla rotolare e andare avanti.
E così i castelli di sabbia, anche belli e ben fatti, non si reggono in piedi.
La buona volontà non basta per costruire un edificio
Questa è certamente un’affermazione scontata, non bisogna essere ingegneri per capire che per tirar su una casa serve seguire tutte le fasi che faranno sì che l’edificio sia costruito e resti in piedi… un po’ più dei tanto affascinanti castelli di sabbia.
Detto questo, tornando a quello che ci interessa, resta da capire perché si spera che dei flussi turistici si generino da soli o attraverso attività discontinue, scoordinate e senza una strategia e un piano operativo?
Perché spesso si pensa che per fare turismo si può andare avanti alla buona?
Questa ad alcuni apparirà una domanda infelice, ad altri risulterà antipatica, ma per guardare avanti con realismo bisogna rifletterci su, bella o brutta la si giudichi.
Edificare una destinazione turistica: questione di intenzioni
Forse l’utilizzo del verbo può aiutare a comprendere cosa e quanto serve per avviare un percorso di sviluppo turistico e costruire una vera e propria destinazione.
Su cosa serve è piena la teoria e la pratica, sul quanto… bisogna chiarire un altro principio di buon senso: senza soldi non si cantano messe!
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Dire che servono risorse è ovvio, azzardare a ragionare su quante risorse ed estrarre numeri al lotto non avrebbe senso ora.
Qua entra in gioco la variabile iniziale di qualsiasi processo: l’intenzione.
E così, quando si vuole costruire una casa, si mettono sul tavolo le giuste risorse economiche, si fanno tutti i passaggi necessari e si mette in conto anche tutta la gestione e la manutenzione che necessiteranno.
Allo stesso modo, se (sottolineo, se) c’è la reale intenzione di fare turismo in una località, oltre ai convegni, alle buone intenzioni, ai proclami in pubblico, bisogna assegnare delle risorse, progettare, costruire le fondazioni… ecc. ecc.
Affinché qualsiasi percorso di sviluppo possa definirsi tale, e non sia un saltellare avanti e indietro ritrovandosi sempre allo stesso posto con un’inutile spreco di energie, bisogna fare dei passaggi necessari.
“Tutto il resto è noia”, cantava Califano.